Atti dei Georgofili

Viaggi e studi del georgofilo fiorentino Giovanni Mariti nel Levante e a Cipro (1760-1768)

Luca Bombardieri

Pagine: 22
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2011

Copyright 2011 Accademia dei Georgofili

Negli anni in cui vive Giovanni Mariti “Levante” è un termine geografico neutro con cui indicare i paesi e le genti che si affacciavano sulle sponde orientali del Mediterraneo, senza alcun sottointeso politico o religioso. E il fiorentino Giovanni Mariti conosce bene il Levante. Passa più di un anno ad Acri e altri sei anni a Cipro, allora parte dell’impero ottomano, intervallati, fra il 1760 e il 1768, da lunghi soggiorni sulla costa siriana e da un lungo viaggio attraverso la Palestina, prima del suo ritorno in Toscana. Commerciante e poi cancelliere del consolato britannico a Larnaca di Cipro, Giovanni Mariti è il più giovane e insieme il primo viaggiatore italiano che ci consegna un resoconto e un racconto dell’isola. La particolare suggestione dei suoi scritti deriva proprio dalla sua identità. Mariti è uno dei tanti. Non un grande viaggiatore né un devoto pellegrino. È un uomo di cultura, membro dell’Accademia Etrusca di Cortona, Accademico dei Georgofili, ma non è uno studioso di professione. Ha interessi che spaziano dall’archeologia alla botanica, alla linguistica alla storia e uno sguardo curioso e attento a cui si deve la capacità di vedere ciò che sfugge agli occhi del viaggiatore, condizionato dalla rapidità e dalla occasionalità. È la sua lettura, il suo particolare angolo di osservazione che rappresentano l’aspetto di maggiore rilievo e novità. Giovanni Mariti nei suoi Viaggi declina il racconto di una normalità disarmante. Tanto normale da disarmare gli stereotipi più coriacei, gli stereotipi religiosi e, in molti casi, i luoghi comuni.

Abstract

During the years in which Giovanni Mariti lived, “Levant” was a neutral geographical term without any political or religious overtones, referring to the countries and the peoples that overlooked the eastern shores of the Mediterranean. And the Florentine Giovanni Mariti knew the Levant very well. At various intervals between 1760 and 1768, he spent one year in Acri and another six years in Cyprus, which was part of the Ottoman Empire. After extensive stays on the coast of Syria, and a long trip through Palestine, he returned to Tuscany. First merchant, and then chancellor of the British Consulate in Larnaca, Cyprus, Giovanni Mariti was the both the youngest traveler and the first Italian to give us a comprehensive account of the island. The particular charm of his writing comes from his persona. Mariti was one of many. He was neither a great traveler nor a devout pilgrim. He was a man of culture, a member of the Etruscan Academy of Cortona, an academician of the Georgofili, but he was not a professional scholar. His interests ranged from archaeology to botany, from linguistics to history, and he had a sharp and attentive eye which caught that which eludes other travelers who are accustomed to rapidity and occasionality. His method of writing and his particular point of view let us understand the significance and novelty in that which he describes. Giovanni Mariti tells his stories in Viaggi in a disarmingly ordinary manner. So ordinary as to disarm the toughest stereotypes, religious stereotypes, and, in many cases, the clichés.