Atti dei Georgofili

Il retaggio dell'obliata vita rupestre della gente di Puglia

Damiano Grassi

Pagine: 3
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2006

Copyright 2006 Accademia dei Georgofili

Nell'Aula Orabona della Facoltà di Ingegneria (Campus Università) di Bari, organizzata dalla Sezione Sud Est dei Georgofili, in collaborazione con il BPW Itali Fidapa Sezione di Bari, Damiano Grassi, Ordinario di Geologia Applicata all'Ingegneria della Università degli Studi di Basilicata, ha svolto una conferenza su: Il retaggio dell'obliata vita rupestre della gente di Puglia. Nel percorrere la Puglia, specialmente lungo l'asse Taranto Matera, si rimane particolarmente colpiti ed emotivamente impressionati dalle sequenze dei valloni tufacei che scandiscono le pendici del gradone murgiano verso il mare. Gravine, lame, avvallamenti di ogni tipo sui quali molto spesso si arrampicano agglomerati urbani con case bianche monopiano che fanno ricordare paesaggi orientali. E, lungo gli spalti degradanti dei costoni tufacei, forati da una moltitudine di aperture, si ammirano grotte artificiali, dove interessanti sono i valori architettonici creati da ignoti scalpellini nelle volte e sui pilastri, come anche gli spazi affrescati delle chiese sotterranee. Ed insieme alle suggestioni dell'ambiente ipogeo, lo sguardo si sofferma innanzitutto sull'habitat al passaggio davvero singolare scandito da centinaia e centinaia di grotte e il pensiero va alle vicende umane che quelle gravine ospitarono lungo il corso del millennio, alla scelta personale e consapevole di vivere in grotta che ha caratterizzato fino a tempi recenti la vita di questi luoghi. Se le testimonianze più rilevanti sono presenti nelle chiese rupestri e sulla fioritura artistica di queste gravine, non meno importanti sono i valori umani del vivere in grotta intesi innanzitutto come una consapevole scelta esistenziale entro un habitat così particolare. Ed è questa la sintesi emersa dalla brillante relazione di Grassi che, documentata da una ricca sequenza di immagini, ha voluto essere una proposta di reintepretazione e di rilettura del patrimonio rupestre pugliese e lucano affinché non vada inesorabilmente perduto per l'abbandono e l'incuria.