Atti dei Georgofili

Giornata di studio su: Lo zafferano dell'aquila:aspetti colturali, salutistici ed economici

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Contenuto in: Atti dei Georgofili 2006

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Presso il Castello Camponeschi, Prata D'Ansidonia (AQ), organizzata a cura della Sezione Centro Est dei Georgofili, si è svolta la Giornata di studio su: Lo zafferano dell'Aquila. Aspetti colturali, salutistici ed economici. La manifestazione è stata una delle prime iniziative che la Sezione Centro Est ha organizzato al fine di capillarizzare al massimo le attività dell'Accademia mantenendo intatte le connotazioni di una rigorosità scientifica severa ed intransigente. Nell'altipiano di Navelli la coltura dello zafferano fondava il paesaggio. In piena estate, all'ombra dei noci che arricchivano ogni singolo campo, v'erano uomini donne e bambini tutti a mendare bulbi. Le albe settembrine, donne curve lungo i” maestri” ovvero i solchi per la percorribilità della coltura a sfiorare prima dell'apertura dei petali; ancora nei limpidi pomeriggi autunnali il nero delle case medioevali e della scalinate di accesso dei borghi dell'altipiano, vivacizzato da donne sedute che separavano il giallo (quelli che nel medioevo si chiamavano gli indovinelli) dal rosso, ovvero gli stami dai pistilli, ancora un aroma intensissimo di zafferano seccato sulla pietra tiepida del focolare, insieme ad un forte odore di mele. Gli odori nel nostro autunno. Oggi quella magia del paesaggio rivive nelle stesse modalità, la meccanizzazione della coltura è pressoché impossibile. L'alta redditività di essa rende ancora possibile la sua spinta manualità. Studiare a fondo l'uso della preziosa iridacea è quindi una buona premessa per il consolidarsi ed il diffondersi della sua coltura.