Quaderni dei Georgofili

Della regolazione urbanistico-paesistica dell’agricoltura

Giuseppe Morbidelli

Accademia dei Georgofili
Pagine: 12
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: Il paesaggio agrario

Copyright 2012 Accademia dei Georgofili

Il presente saggio indaga i rapporti, da sempre estremamente complessi e incerti, tra attività agricola e fonti della sua regolazione, mettendo in evidenza come queste ultime risultino spesso illegittimamente intrusive allorché tendono a connotare l’agricoltura in relazione al suo impatto urbanistico e/o paesaggistico. L’Autore rileva infatti che pur avendo la disciplina urbanistica per oggetto l’attività agricola nella parte in cui si esprime attraverso attività edificatoria, in realtà sovente si spinge ultra vires, in quanto sono sempre più frequenti i casi di strumenti urbanistici che pretendono di regolare anche l’attività di coltivazione agricola. L’Autore prosegue poi ad analizzare la disciplina paesistica contenuta nel Codice dei beni culturali, rilevando come riguardo a essa viga la regola quanto mai incerta, e comunque estensivamente intesa dalla giurisprudenza, secondo cui la pianificazione paesistica può regolare le coltivazioni agricole solo ove queste superino le soglie della “sostenibilità paesistico-ambientale” e sempre che si tratti di aree qualificate per legge o a seguito di provvedimenti amministrativi come beni di interesse paesaggistico. Rimarcando la difficoltà pratica di distinzione tra le previsioni di tutela e pianificazione paesaggistica (che hanno la loro fonte nel codice dei beni culturali) e le prescrizioni di natura urbanistica (fondate invece sulla legge urbanistica statale e sulle leggi urbanistiche regionali), nel saggio si dà conto dell’esistenza di un dato culturale volto alla massima qualificazione e tutela del valore “paesaggio”, in virtù del quale la normativa urbanistica regionale risulta in prevalenza orientata a inserire la tutela del paesaggio tra gli obiettivi della pianificazione urbanistica, con ciò contribuendo a dar vita a un sistema di piani in cui la funzione ordinatrice dei vari usi del suolo si confonde con quella di tutela del paesaggio. Tuttavia questa circostanza, che il saggio riconduce a una visione “panurbanistica” nella quale si prescinde dal tipo di intervento (agricolo o meno) concentrandosi sulle modificazioni dell’aspetto esteriore dei luoghi, rinviene un limite nel favor legislativo verso le attività agricole in tutte le loro forme, le quali tendono a conformare le scelte dei piani urbanistici in ragione di quella che l’Autore definisce funzione ambientale dell’agricoltura, quale strumento anche di conservazione dell’ambiente e dei valori naturalistici del territorio.

Abstract

This article deals with relations between agricultural activities and their legislation sources, which appear to be extremely complex and unclear. Firstly the Author argues that urban planning laws seem to be unfairly intrusive, as they tend to shape agricultural activities in regard of their impact on the landscape, as well as on urban planning, even though zoning legislation should apply to agricultural activities only when rural buildings are involved. Secondly the Author analyzes landscape legislation, stressing that it should be entitled to regulate cultivation only where environmental sustainability could be at risk, and only in areas of special interest. Thirdly, according to the Author, it is difficult to distinguish between regulation on zoning, on the one hand, and on landscape protection and planning on the other; moreover, protecting environment is regarded as a cultural value and this is the reason why regional zoning legislation tends to consider landscape preservation as a pivotal target of territorial planning. Finally, the article takes as a conclusion that legislation shows to be in favour of rural activities, which compel urban planning to be compliant to agriculture and its “environmental role” as a unique tool for preserving nature.