Quaderni dei Georgofili

Aggiornamento dell’entomofauna fitofaga della douglasia in Italia

Jacopo Battaglini; Tiziana Panzavolta; Riziero Tiberi

Accademia dei Georgofili
Pagine: 9
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: Realtà e prospettive nella coltivazione della douglasia in Italia

Copyright 2016 Accademia dei Georgofili

La douglasia (Pseudotsuga menziesii) per molti decenni, dopo la sua introduzione in Italia, non ha manifestato danni imputabili agli insetti fitofagi presentì nelle aree individuate per la coltivazione. I primi danni, causati da due adelgidi, Gillettella coweni e G. cooleyi, anch’essi provenienti dal Nord America come la douglasia, si sono registrati dopo la seconda guerra mondiale. Proprio l’ampio impiego della douglasia in Europa ha favorito il progressivo adattamento di molti fitofagi nativi al nuovo ospite vegetale. Inoltre, l’eliminazione dello strato arbustivo e, quando presente, arboreo nelle aree via via individuate per la coltivazione della douglasia ha favorito lo sviluppo dello strato erbaceo e, di conseguenza, l’insediamento di insetti che articolano il loro ciclo riproduttivo sulle piante erbacee e gli aghi di varie conifere. Anche la vicinanza delle douglasiete a formazioni di conifere native facilita il passaggio dei fitofagi indigeni, in particolare xilofagi, sul nuovo ospite.

Abstract

After its introduction in Italy, Douglas fir (Pseudotsuga menziesii) did not show damage due to phytophagous insects for several decades. Phytosanitary issues were recorded after the second world war, when attacks by sap sucking insects Gillettella coweni and G. cooleyi (native to North America like the Douglas fir) were first observed. The wide use of Douglas fir in Europe favored the adaptation of several native phytophagous insects to the new host. Furthermore, the removal of the undergrowth, as well as other trees to plant Douglas firs, favored the development of herbaceous species, thus affecting the dynamics of insect whose habitats include both the roots of herbaceous plants (immature stages) and the needles of coniferous trees. Moreover, the short distance from native conifer stands favor native insects to shift to the new host, especially xylophagous insects.