Quaderni dei Georgofili

Riforma della PAC: agricoltura, ambiente, ciclo della vita, e nuovi confini dell’agrarietà

Ferdinando Albisinni

Accademia dei Georgofili
Pagine: 13
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: La riforma della PAC e la gestione della fauna selvatica

Copyright 2022 Accademia dei Georgofili

La riforma della PAC del 2013 aveva valorizzato il recupero della dimensione produttiva dell’attività agricola, coerente con le finalità ribadite dal Trattato di Lisbona, muovendo dal presupposto che «A strong agriculture is vital for the EU food industry and global food security».?Lo scenario della PAC è però profondamente cambiato in questi anni, e le riforme del 2021 appaiono caratterizzate dall’enfasi nei confronti dei profili ambientali, fortemente valorizzati nel confronto con le tradizionali finalità produttive. All’interno di questa prospettiva l’art. 13 del TFUE, con il riconoscimento del benessere animale fra i principi fondanti dell’Unione Europea, ha imposto un diverso bilanciamento fra valori e interessi rilevanti in sede di scelte di utilizzazione delle risorse naturali. In questa prospettiva il Reg. (UE) 2017/625 ha introdotto un nuovo paradigma: pericoli e rischi rilevanti non sono soltanto quelli che investono la salute umana, ma tutti quelli relativi alla salute animale o vegetale, al benessere degli animali o all’ambiente; in una parola all’intero ciclo della vita.?Ne seguono esiti rilevanti anche nella nostra dimensione domestica, quanto ai confini dell’agrarietà e alle responsabilità dell’attività agricola. L’agricoltura, e gli agricoltori, si trovano innanzi a una disciplina, che ne accentua le responsabilità e ne valorizza il ruolo, quanto all’intero ciclo della vita.?La riforma della PAC ha assegnato ruolo strategico a Stato e Regioni, chiamati a scelte di governo delle risorse naturali, e così anche alla definizione di strategie che valgano a costruire nuovi equilibri fra tutela delle specie selvatiche e tutela della produzione agricola.?È una sfida impegnativa per le istituzioni, che impone di superare incertezze e conflitti resi palesi dalla recente giurisprudenza costituzionale in tema di relazione/conflitto tra caccia e agricoltura.

Abstract

The 2013 CAP reform had enhanced the recovery of the productive dimension of agricultural activity, consistent with the aims reaffirmed by the Lisbon Treaty, starting from the assumption that «A strong agriculture is vital for the EU food industry and global food security».?The CAP scenario has profoundly changed in recent years, and the 2021 reforms appear to be characterized by the emphasis on environmental profiles, which are highly valued in comparison with traditional production purposes. Within this perspective, art. 13 of the TFEU, with the recognition of animal welfare as one of the founding principles of the European Union, imposed a different balance between values and relevant interests when making choices for the use of natural resources. In this perspective, Reg. (EU) 2017/625 has introduced a new paradigm: relevant dangers and risks are not only those affecting human health, but all those relating to animal or plant health, animal welfare or the environment; in a word to the entire cycle of life.?Relevant results also follow in our domestic dimension, as regards the boundaries and the responsibilities of agricultural activity. Agriculture, and farmers, are faced with a discipline, which accentuates their responsibilities and enhances their role, as regards the entire cycle of life.?The reform of the CAP has assigned a strategic role to the State and the Regions, called upon to make decisions regarding the governance of natural resources, and thus also to the definition of strategies that can help build new balances between the protection of wild species and the protection of agricultural production.?It is a demanding challenge for the institutions, which requires overcoming uncertainties and conflicts made clear by recent constitutional jurisprudence on the relationship / conflict between hunting and agriculture.