Atti dei Georgofili

Il miglioramento genetico del pomodoro in Italia

Luigi Frusciante; Luigi Monti

Pagine: 22
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2021

Copyright 2021 Accademia dei Georgofili

La diffusione della coltivazione del pomodoro in Italia ha portato alla nascita delle prime aziende sementiere che avviarono i primi programmi di selezione. All’inizio del secolo scorso, gli obiettivi di questi programmi erano volti a identificare genotipi che garantissero maggiori rese per ettaro e migliore resa alla trasformazione. I metodi di miglioramento erano basati principalmente sulla selezione massale, e in qualche caso anche su una sorta di selezione per linea pura, sfruttando popolazioni segreganti, ottenute da incroci casuali. Il miglioramento genetico del pomodoro, sulla base del deliberato ampliamento della variabilità genetica attraverso incroci inter- e intra-specifici, cominciò solo all’inizio degli anni ’50. ?In Italia, nella seconda metà del XX secolo, i gruppi di ricerca pubblici impegnati nel miglioramento genetico del pomodoro erano fondamentalmente tre, uno afferiva al CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, ora ENEA) di Roma e due al MAF (Ministero dell’Agricoltura e Foreste), Istituto Sperimentale per l’Orticoltura (ora CREA): Pontecagnano e Monsampolo del Tronto. In seguito, anche l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi della Tuscia, avviarono importanti programmi di ricerca sulla genetica e il miglioramento genetico del pomodoro, così come il CNEN, oggi ENEA. ?La ricerca dei privati si deve soprattutto alla Petoseed Co.Inc. (oggi gruppo Bayer), una delle più importanti aziende sementiere americane dell’epoca, che investì in Italia, realizzando un centro di ricerca a Latina, ottenendo eccellenti risultati. Da quel centro di ricerca, infatti, nacquero, gli ibridi a tipologia allungata, che hanno rivoluzionato il panorama varietale dei pomodori destinati alla produzione di pelati.?In questi ultimi anni altre aziende semetiere italiane hanno attivato programmi di breeding in pomodoro ottenendo risultati egregi.

Abstract

The spread of tomato cultivation in Italy led to the birth of the first seed companies that started the first selection programs. At the beginning of the last century, the objectives of these programs were aimed at identifying genotypes that would guarantee higher yields per hectare and better inclination for processing. The improvement methods were mainly based on mass selection, and in some cases also on a sort of pure line selection, exploiting segregant populations obtained from random crossings. The genetic improvement of the tomato, based on the deliberate widening of genetic variability through inter- and intra-specific crosses, only began in the early 1950s.?In Italy, in the second half of the twentieth century, the public research groups involved in the tomato genetic improvement were basically three, the CNEN (National Committee for Nuclear Energy, now ENEA) in Rome and two under the umbrella of the MAF (Ministry of Agriculture and Forests), Experimental Institute for Vegetable Crops (now CREA): Pontecagnano and Monsampolo del Tronto. Later, also the University of Naples Federico II and the University of Tuscia, started important research programs on genetics and breeding of tomato, as well as CNEN (at present ENEA).?The research carried out by private companies is mainly due to Petoseed Co. Inc. (now Bayer), one of the most important American seed companies of the time, which invested in Italy, creating a research centre in Latina, obtaining excellent results. That research centre, in fact, developed several elongated-type hybrids, which revolutionized the varietal panorama of tomatoes intended for the production of peeled tomatoes.?In recent years, other Italian seed companies have activated tomato breeding programs, obtaining excellent results.