Atti dei Georgofili

Tecnica ed arte dei cabrei, ieri oggi e domani

Maria Novella Batini

Pagine: 6
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2012

Copyright 2012 Accademia dei Georgofili

I “cabrei”, oggetto della mostra allestita all’Accademia dei Georgofili, sono raccolte antiche di mappe catastali che nel disegno particolareggiato riescono a visualizzare le proprietà terriere e i beni immobili: il nome deriva dal latino “caput breve”, cioè letteralmente registro principale conciso, divenuto nel latino medievale “capibrevium” e dunque “cabreo”. Pare che i primi esempi di tali mappe risalgano alla metà del Cinquecento (quando l’Ordine di Malta già utilizzava questo termine) e poi al Seicento: ma la produzione più copiosa e artistica si ebbe nel Settecento, quando le teorie illuministiche dettero un particolare impulso a ogni pratica che consentisse di razionalizzare la gestione della cosa pubblica e privata. Nell’Ottocento, la nascita e l’entrata in funzione del Catasto particellare toscano, voluto dal Governo napoleonico e proseguito da Ferdinando III, portò al declino di questa vera e propria arte, che oggi l’artista Paquito Forster ha riscoperto e rinnovato. Nell’esposizione – accanto alle sue opere – appaiono cimeli gentilmente messi a disposizione dalle famiglie Ginori Lisci, Mazzei, Rimbotti, Contini Bonacossi, Frescobaldi: e si tratta di documenti preziosi per studiare le profonde trasformazioni del paesaggio agricolo toscano.

Abstract

“Cabrei”, object of the exhibit at the “Accademia dei Geogofili”, are collections of antique cadastral maps which illustrate with their very well defined design agricultural properties and real estate. The name derives from the latin “caput breve”, literally “principal concise registre”, which in medieval latin became “capibrevium” and subsequently “cabreo”. It seems that the first examples of these maps date back to the mid 16th century (when the Order of the Knights of Malta already used this term) and later extended into the 17th century. The most artistic and most abundant production of these maps however dates to the 18th century, when the Illuministic theories gave special impulse to any practice which consented rationalizing the administration of both public and private properties. In the 19th century the introduction of the Tuscan Parcel Cadastre, required by the Napoleonic government and continued by Ferdinand III, brought on the decline of this real and true form of art, which today has been rediscovered and renovated by the artist Paquito Forster. In the exhibit – next to his works – one can appreciate the antique heirlooms kindly lent by the Ginori Lisci, Mazzei, Rimbotti, Contini Bonacossi and Frescobaldi families. These are precious documents for the study of the deep transformations of Tuscan agrarian landscape.