Atti dei Georgofili

Suoli extraterrestri

Giacomo Certini; Riccardo Scalenghe

Pagine: 9
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2012

Copyright 2012 Accademia dei Georgofili

Il viaggio dalla Terra alla Luna, fantascienza nel libro di Jules Verne, si è trasformato in realtà dopo poco più di un secolo. Da allora, si sono ottenute tante informazioni dirette sui corpi del Sistema Solare. Nel caso di quelli solidi a noi più vicini si è ora in grado di decidere se le loro superfici incoerenti possano essere considerate suoli. Quelle della nostra luna, di Marte e di qualche asteroide lo sono, in virtù del fatto che risultano alterate chimicamente e quindi conservano informazioni sulla loro storia climatica e geochimica. L’attuale rinnovato interesse delle agenzie spaziali pubbliche e private per l’esplorazione dello spazio probabilmente porterà in un non lontano futuro alla costruzione di basi permanenti sulla Luna e su Marte. In esse i colòni dovranno fare affidamento sui suoli locali per la coltivazione protetta di vegetali, necessari al benessere fisico e psicologico durante i lunghi periodi di permanenza. A tale scopo, i suoli “extraterrestri” dovranno essere liberati da alcune sostanze tossiche, arricchiti nei pochi nutrienti carenti, e ammendati al fine di creare una struttura che ottimizzi lo scambio dei fluidi, difficoltoso a causa della bassa gravità.

Abstract

Jules Verne imagined the journey from Earth to the Moon in the second half of the nineteenth century. This futuristic hypothesis has been turned into reality in the following century. Since then to present, a significant mass of information about the bodies of our Solar System and outside has been accumulated. In the case of a few nearest solid bodies such information is enough for deciding if their loose surfaces are real soils. We feel that at least the ones of the Moon and Mars are actually soils, by virtue of the fact that they are weathered and are hence entities that retain information on their climatic and geochemical history. The current renewed interest of public and private space agencies in space exploration and exploitation will probably lead to building planetary bases, where people will have to rely on local soils for performing indoor agriculture and gardening, eventually amending them for those purposes.