Quaderni dei Georgofili

Sostenibilità ambientale dell’uso agronomico di residui dai processi zootecnici e agro-industriali

Giorgio Provolo

Accademia dei Georgofili
Pagine: 28
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: A3E=Agricoltura, Alimentazione, Ambiente, Energia. Prospettive energetiche, sostenibilità e miglioramento dell'ambiente

Copyright 2009 Accademia dei Georgofili

Negli ultimi decenni sono cresciute le preoccupazioni per lo stato dell’ambiente e di conseguenza è aumentata l’attenzione alla riduzione dell’inquinamento di origine antropica. Una delle tematiche ambientali che è maggiormente sentita e coinvolge in modo rilevante l’attività agricola, riguarda la qualità delle acque sia per quanto concerne la presenza di composti pericolosi per la salute, come a esempio i nitrati, sia per l’arricchimento di sostanze nutritive, in particolare azoto e fosforo, che favoriscono fenomeni di eutrofizzazione. Il ruolo dell’agricoltura in questo contesto è tutt’altro che trascurabile. Infatti, pur non essendo l’unico comparto coinvolto, è quello a cui vengono attribuiti la maggior parte dei rilasci di azoto verso le acque sia superficiali, sia sotterranee. La preoccupazione verso gli elevati input di fertilizzanti azotati nel sistema agricolo, che si traducono in un maggior rischio di rilascio verso l’ambiente, cresce nelle zone a zootecnia intensiva dove si somma l’uso fertilizzanti minerali azotati con l’elevata disponibilità di effluenti di allevamento e residui agro-industriali. Questi hanno dal punto di vista ambientale degli aspetti positivi in quanto consentono di riportare fertilità al terreno sotto forma di sostanza organica e microelementi evitandone l’impoverimento. Quando sono distribuiti in quantità elevate possono però incrementare i rilasci di azoto verso le acque anche perché la modalità con cui vengono somministrati ne comporta una solo parziale utilizzazione da parte delle colture. Queste considerazioni hanno portato all’emanazione a livello comunitario della direttiva “nitrati” (91/676/CEE) che ha avuto il suo pieno recepimento a livello nazionale solo con il decreto ministeriale del 4 aprile 2006. Come noto la direttiva richiede la designazione di zone vulnerabili, cioè di zone dove la gestione dell’azoto e in particolare quello di origine zootecnica è fortemente regolamentata attraverso dei “programmi di azione”. Per garantire che l’utilizzo agronomico dei residui dei processi zootecnici e agro-industriali sia ambientalmente ed economicamente sostenibile, è necessario, quindi, che vengano individuate delle soluzioni tecniche che consentano di valorizzare il contenuto fertilizzante di questi prodotti nel rispetto delle normative. Si tratta, in altri termini, di valutare i possibili interventi modulandoli nelle diverse aree e condizioni aziendali sulla base dell’entità degli esuberi di azoto. Le soluzioni possono essere di tipo gestionale, nelle zone dove la ridistribuzione degli effluenti sul territorio può essere sufficiente a riequilibrare i carichi di azoto. Quando ciò non risulta possibile è necessario prevedere l’introduzioni di tecnologie per la separazione dell’azoto, da trasportare successivamente in altre aree non zootecniche, o per la rimozione dell’azoto, liberandolo in aria in forma molecolare o recuperandolo come fertilizzante minerale.

Abstract

The change towards intensification in recent decades by agriculture, maximizing productivity from a minimal surface area, has reduced the use of manure as fertilizers, with a subsequent increase of pollution risk and agricultural cost. Many farms are facing the introduction of Best Available Technologies in order to reduce emissions and to decrease the nitrogen load on the land. The spatial analysis of structural characteristics and management of livestock enterprises with regard to the production of manures and their use has highlighted the critical situations and made it possible to quantify the amount of nitrogen applied in different areas to comply with the requirements of legislation. Based on the Italian and international experience the advantages and disadvantages of various management techniques have been analysed, taking into account solutions to be implemented both in individual farms and in consortium manure management. The resulting management models are defined by their characteristics in terms of applicability, and cost effectiveness in reducing nitrogen application to fields. The results may allow the identification of appropriate solutions to handle with a common strategy the application of laws that creates a high pressure on agriculture and if not guided may lead to unsuitable investment and results not in line with expectations.