Atti dei Georgofili

Le nuove regole europee nel settore del latte

Ferdinando Albisinni

Pagine: 23
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2013

Copyright 2013 Accademia dei Georgofili

La relazione muove dalla considerazione che la disciplina del mercato agro-alimentare costituisce oggetto rilevante della più recente legislazione, a livello sia europeo che nazionale. L’introduzione nel 2012 del nuovo regolamento (UE) n. 261/2012 sugli accordi nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, e dell’art. 62 della legge italiana n. 1/2012 sui requisiti formali e sostanziali applicabili ai contratti di cessione dei prodotti agro-alimentari stipulati fra imprese, rende manifesta l’attenzione del legislatore verso l’adozione di nuovi modelli e nuovi paradigmi. La regolazione europea del mercato agro-alimentare risale al 1962 e lungo questi cinque decenni è stata sempre caratterizzata dal principio secondo il quale gli accordi fra i produttori agro-alimentari in nessun caso possono determinare i prezzi dei prodotti. Tale fondamentale principio del diritto agroalimentare europeo è derivato, più che dalle generali normative in tema di concorrenza, dalle tradizionali e specifiche caratteristiche della Politica agricola comune, nel cui ambito i prezzi dei prodotti agricoli sono stati determinati autoritativamente dalle istituzioni europee (il Consiglio e la Commissione) e non lasciati alla libera contrattazione. L’adozione del principio del disaccoppiamento con il Regolamento n. 1782/2003 e la decisione di abbandonare il meccanismo di determinazione amministrativa dei prezzi in favore della libertà di contrattazione degli operatori, ha ben presto reso evidente l’esigenza di trovare altri meccanismi, capaci di operare nella direzione del necessario bilanciamento nei mercati agro-alimentari. Sicché, da ultimo, la dottrina economica prevalente, dopo avere a lungo sostenuto l’esigenza di abbandonare il sistema dei prezzi amministrati, ha finito con il riconoscere che i mercati agroalimentari non possono essere lasciati interamente alla libera contrattazione e che le particolarità di questo mercato richiedono per la loro stessa natura l’esercizio di un’adeguata capacità di governo. Il nuovo Regolamento sul latte e sui prodotti caseari, n. 26172012, riflette questa rinnovata consapevolezza ed in qualche misura supera due risalenti tabù europei: – il divieto di accordi fra i produttori intesi a regolare le quantità di prodotto offerte sul mercato; – il divieto di accordi fra produttori per regolare i prezzi. In conclusione occorre prendere atto che la tradizionale regolazione amministrativa dei prezzi sta lasciando il posto non ad una totale assenza di regolazione, ma piuttosto ad una regolazione collettiva nella forma di accordi di filiera, con un approccio dal basso in alto, che si avvia a sostituire il tradizionale rapporto dall’alto in basso.

Abstract

The paper moves from the consideration that the regulation of the agro-food contracts is a main topic of recent legislation, both at the European and t the National level. The introduction in 2012 of the new EU Regulation on agreements, contracts and practices in the market of milk and of milk products, and of the Italian art. 62 of D.L. 1/2012 on formal and substantive rules applicable to the generality of agri-food contracts between business operator, underlined the growing attention of both legislators to the need to introduce new models and paradigms to regulate the agro-food market. European regulation of the agri-food markets dates back to 1962, and along five decades it has always been characterised by the fundamental principle that agreements among agri-food producers in any case could not establish prices of the products. In fact, such old, fundamental and basic principle of European Agricultural and Food Law may be referred, more than to the general European principles on competition and open market, to the traditional characteristics of the Common Agriculture Policy, according to which prices of agricultural products have been authoritatively established by the European Institutions (Council and Commission) and not left to the free bargaining on the market. The adoption of the decoupling principle with Regulation No 1782/2003 and the decision to shift from administrative fixing of the prices to the free bargaining of the business operators revealed the need to find some other mechanism capable to operate in the direction of the necessary balance in the agri-food markets. In recent times, the prevailing economic doctrine, after large favour for the abandonment of the system of administratively fixed prices, admitted that agri-food markets cannot be entirely left to the free bargaining and that the peculiarity of this market requires by itself a significant governance capability. The new Regulation No 261/2012 reflects this conclusion and in some way goes against two old European taboos: – the prohibition of agreements among producers to regulate the quantities offered on the market; – the prohibition of agreements among producers to regulate the prices. The possible conclusion is that administrative regulation is giving place to collective regulation in the form of collective agreements, with a bottom-up approach, which is replacing the traditional up-down approach.