Quaderni dei Georgofili

Le micotossine nelle produzioni italiane di mais

Alberto Verderio; Nicola Berardo; Alda Ferrari; Paolo Laganà; Chiara Lanzanova; Amedeo Pietri

Accademia dei Georgofili
Pagine: 14
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: Micotossine nei cereali

Copyright 2008 Accademia dei Georgofili

Il mais è la specie più studiata per gli aspetti di interazione con i funghi micotossigeni e la più monitorata per la concentrazione delle varie classi di tossine presenti nelle diverse aree di coltivazione del cereale, estese dal sub-tropico alle zone temperate fredde delle alte latitudini. Gli scopi diretti della ricerca, iniziata nel 1999, erano quelli di conoscere i reali livelli di contaminazione delle scorte di mais nazionali immesse sul mercato e nel medio periodo e di ottenere alcune “associazioni” della concentrazione di micotossine riscontrati con l’andamento stagionale, con il posizionamento nella stagione delle fasi fenologiche della coltura, con la macroarea di coltivazione, con i processi di post-raccolta e stoccaggio. Al fine di ottenere risultati il più possibile aderenti alla realtà della produzione maidicola italiana si è scelto preliminarmente di utilizzare una rete omogenea di 50-70 impianti di essiccazione-stoccaggio entro gli areali di produzione di Piemonte, Lombardia, Veneto. Friuli, Emilia Romagna, quale sorgente dei campioni da sottoporre ad analisi. A differenza di aflatossine B1, deossinivalenolo – zearalenone e ocratossine che nelle condizioni italiane presentano una quota rilevante sia pure variabile nei vari anni, di campioni negativi o con concentrazioni molto basse (Verderio et al., 2005) le fumonisine, prodotte da F. verticillioides appaiono come la classe di tossine costantemente ed endemicamente diffusa nella nostra zona di coltivazione. Pochissime partite commerciali tra le oltre 1400 testate nel 2006 e 2007 sono risultate negative all’analisi delle fumonisine: nei due anni dell’indagine meno del 15% delle partite presentava concentrazioni al di sotto dei 2000 µg/kg limite generalmente richiesto dagli utilizzatori più esigenti di mais alimentare d’Oltralpe e solo il 35% dei campioni conteneva concentrazione al di sotto delle 4000 parti per bilione, attuale limite cogente del mais granella destinato all’industria alimentare. L’azione di monitoraggio, condotta attraverso una rete di campionamento stabile negli anni, costituisce uno strumento essenziale per la gestione delle scorte nazionali. L’organizzazione dei risultati in un database complessivo permette di evidenziare le “associazioni” tra le variazioni in contenuto di micotossine, le variazioni dell’andamento stagionale, le differenze “strutturali” tra le diverse aree di coltivazione, l’uso delle diverse tecniche di gestione delle coltivazioni.

Abstract

Maize is one of the most widely investigated crop for its interaction with mycotoxigen fungi. This crop is also largely monitored for evaluating the concentration of various classes of mycotoxins distributed in different areas of cultivation, ranging from sub-tropical to high latitude cultivation regions. The objectives of this research was to i) survey the levels of kernel contaminations by mytocoxins in the Italian grain production commercialised in the market, ii) detect possible correlations between concentration level of mycotoxins with environmental factors, phonological stages of plant growth and development, post-harvesting processes and storage conditions. To reach this scope we had evaluated samples of kernel production from a homologous network of 50 to 70 drying and storage plants distributed in the most relevant areas of cultivation of maize located in: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia-Romagna, as a source of samples to subject to analyses. The results showed that the network sampling represent an essential tool for the management of the Italian yield related to mycotoxins. The organization of the information collected in a database allowed to figure out association among the content of mycotoxin levels, seasonal variation in environmental factors, differences among the various cultivation areas, the utilization of different management techniques in cultivation. The difference in aflatoxin B1 deoxynivalenol – zearelone and hocratoxins – in the Italian growing conditions showed a relevant levels, although varying in the different areas, of negative samples or with low level of contamination (Verderio et al., 2005); the fumonisin produced by F. verticillioides were the family of toxins constantly and endemically more diffuse in the Italian cultivation. Only a few commercial samples, out of those assayed in 2006 and 2007, were negative after analyses of fumonisins in the two years of the investigation: less than 15% of the samples showed a concentration below 2000 µg/kg, a value currently required by the final users of maize for food products, only 35% of the samples had a concentration below 4000 µg/kg, a crucial legal level for the use of maize for food products.