Quaderni dei Georgofili

Irrazionalità del trattamento delle faggete calabresi e opportunità di restauro

Roberto Mercurio

Accademia dei Georgofili
Pagine: 11
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: Sul trattamento delle faggete in Italia: dal metodo scientifico all’empirismo dei nostri giorni

Copyright 2012 Accademia dei Georgofili

La crisi economica che si ripercuote anche sulla gestione dei boschi accentua i punti di debolezza del sistema forestale italiano: alti costi di mano d’opera, crollo del mercato del legname di qualità, scarsa formazione professionale, eccessivi gravami burocratici e vincolistici. Per questo occorre individuare nuovi e diversi modelli di gestione forestale in rapporto ai cambiamenti economici, sociali e culturali della società. Il caso delle faggete è significativo per il loro valore ecologico e naturalistico. Le faggete caratterizzano il paesaggio forestale calabrese fino alle quote più elevate dell’Appennino. Una serie di studi hanno permesso di delineare un primo inquadramento delle tipologie delle faggete calabresi e hanno messo in evidenza le potenzialità ecologiche del faggio in alcune specifiche aree. Ciò ha consentito al faggio di riaffermarsi nonostante le intense utilizzazioni del passato. Viene fatta una ampia ricostruzione storica del trattamento delle faggete dal periodo borbonico fino ad oggi. In pochi casi è stato applicato il trattamento a tagli successivi, mentre il trattamento prevalente è stato il taglio a scelta condotto senza precise regole scritte. Oggi le nuove norme forestali della Regione Calabria escludono il trattamento a tagli successivi che si presta particolarmente per le faggete poste in condizioni ottimali come la maggior parte di quelle calabresi e ammettono solo tagli colturali. L’Autore non condivide questa impostazione restrittiva che limita le scelte di gestione dell’impresa forestale e mette in evidenza che alcuni dei parametri di riferimento che dovrebbero regolare i tagli colturali non sono appropriati e andrebbero rivisti. Infine viene accennato al problema del restauro delle faggete e in particolare delle “faggete senza suolo”, ossia quelle faggete che pur rientrando nei parametri che definiscono un bosco, non sono più in grado di poter assolvere la funzionalità ecologica. L’Autore propone di escludere da qualsiasi forma di uso queste faggete, che dovrebbero essere individuate attraverso appositi bioindicatori, e, di affrontare con urgenza il problema del loro restauro con criteri specifici e innovativi.

Abstract

Irrationality of the silvicultural treatment of Calabrian beech woods and opportunities of restoration. The economic crisis that also affects the forest management accentuates the weak points of the Italian forest system: high costs of labor, the collapse of quality timber market, lack of professional training, excessive bureaucracy. For these reasons we need to find new and different models of forest management in relation to economic, social and cultural changes of society. The case of beech (Fagus sylvatica L.) woods is significant for their ecological and naturalistic value. Beech woods characterize the Calabrian forest landscape up to higher altitudes of the Apennine. A series of studies have allowed to delineate a first forest types classification of Calabrian beech woods and have highlighted their ecological potential in some specific areas. This has allowed the beech to reassert itself despite the over exploitations of the past. There is a wide historical reconstruction of the silvicultural treatment of beech woods from the Bourbon period until today. In few cases the shelterwood system was applied, while the prevailing treatment was the selection cutting carried out “without accurate written rules”. Today, the new forestry rules of the Calabria Region exclude the shelterwood system, particularly fit for the beech woods placed in good site conditions like most of those Calabrian and admit only silvicultural treatment based on selection and very small groups cutting. The author does not agree with this restrictive approach that limits the choices of forestry management and highlights the fact that some of the reference parameters that should adjust this silvicultural treatment are not appropriate and should be reviewed. Finally, the problem of beech woods restoration is mentioned and, in particular, in reference to the “beech woods without soil”, i.e. those beech woods that although falling in parameters that define a forest, are no longer able to fulfill the ecological functionality. The author proposes to exclude these degraded beech woods from any form of use, as they should be identified through appropriate bioindicators, and, as a matter of urgency, to address the problem of their restoration, with specific and innovative criteria.