Quaderni dei Georgofili

Il nuovo Regolamento UE sull’informazione ai consumatori

Ferdinando Albisinni

Accademia dei Georgofili
Pagine: 14
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: Tracciabilità ed etichettatura degli alimenti. Partecipazione e sicurezza

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Il 29 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il nuovo Regolamento (UE) del Parlamento Europeo e del Consiglio, n. 1169/2011, sull’informazione ai consumatori di alimenti. L’adozione di un regolamento in luogo delle precedenti direttive è un chiaro indice di una tendenza che dall’armonizzazione muove verso l’unificazione delle regole, e colloca questa legislazione all’interno del più generale processo verso l’adozione di Codici Europei, che caratterizza larga parte della più recente legislazione dell’Unione Europea. Il nuovo regolamento ha fra l’altro determinato la definitiva archiviazione della legge italiana 3 febbraio 2011, n. 4, nella parte relativa al made in Italy dei prodotti alimentari, precisando che con “paese di origine” si fa riferimento “all’origine” come definita dal Codice Doganale Comunitario, ma definendo solo in negativo il “luogo di provenienza”, precisando che con questa espressione si intende qualunque luogo indicato come quello da cui proviene l’alimento, ma che non è il «paese d’origine» come individuato ai sensi del Codice Doganale Comunitario. L’intera disciplina su tale punto cruciale resta dunque obiettivamente oscura. Si confrontano, in questa vicenda legislativa che è insieme nazionale ed europea, le sollecitazioni di alcune organizzazioni professionali agricole persuase di potere con ciò valorizzare in termini di prezzo i prodotti di origine nazionale, le posizioni di chi ritiene che il consumatore abbia specifico titolo a essere compiutamente informato sulla provenienza di quanto ingerisce attesa la peculiare “intima relazione” intrattenuta con il prodotto alimentare, e per converso le considerazioni dell’industria di trasformazione, che sottolinea come larga parte dei prodotti alimentari esportati dall’Italia nel mercato mondiale utilizzano necessariamente materie prime non nazionali, sicché negare un’indicazione di italianità nell’etichetta di tali prodotti si risolverebbe in un’operazione autolesionista per il generale interesse del Paese. Si tratta di vicenda ancora ben lontana da una compiuta definizione, anche in ragione della diversità di posizioni manifestate dalle istituzioni europee, e delle numerose questioni lasciate tuttora aperte dal nuovo Regolamento sull’informazione del consumatore di prodotti alimentari, e occorrerà attendere quali saranno le concrete declinazioni che verranno adottate dalla Commissione Europea in sede di atti di esecuzione e di attuazione.

Abstract

On September 29, 2011, the Council of the European Union approved the new Regulation No 1169/2011 of the European Parliament and of the Council, on the provision of food information to consumers. The adoption of a Regulation which repealed previous Directives confirms a tendency from harmonization to unification of European rules, within the more general process toward European Codes, which characterizes large part of the more recent EU legislation. The new Regulation, inter alia, determined the de facto cancellation of the Italian Law No 4 of February 3, 2011, on the Made in Italy of food products, and introduced rules according to which the “country of origin” of a food shall refer to the origin of a food as determined by the Communitarian Custom Code, while ‘place of provenance’ means any place where a food is indicated to come from, and that is not the ‘country of origin’ as above determined. The applicable rules on the place of origin of food products remain therefore still not clear. Within this legislative process, which is both national and European, are playing organizations of Italian agricultural producers persuaded that, through the declaration of Italian origin of food, farmers could obtain better prices for their products, organizations of consumers which believe that consumers should be informed on the effective origin of what they eat, due to the peculiar intimate relation with food, and on the other side representatives of food industries which underline that the largely prevailing part of food products exported from Italy are transformed products obtained with the use of materials not of national origin, with the consequence that to deny a declaration of Italian identity to those products will result in a sort of self-harming behavior against the general National interest. It is a process still far from a final definition, due to the diversity of position of European and National institutions, and to the significant issues which remained unsolved even after the approval of the new Regulation, and it appears necessary to wait to verify which will be the effective decisions that will be adopted by the EU Commission in delegated acts and execution acts.