Quaderni dei Georgofili

Aspetti giuridici relativi al risarcimento dei danni causati da fauna selvatica

Matteo Renzulli

Accademia dei Georgofili
Pagine: 21
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: Danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura

Copyright 2009 Accademia dei Georgofili

Nell’ordinamento vigente, alla luce della ricerca condotta, si può affermare che le ragioni della tutela del paesaggio e, in esso, della fauna selvatica e quelle della promozione dell’impresa agricola, ovvero di interessi privati altrettanto meritevoli di salvaguardia, entrambe presenti nel dettato costituzionale (artt. 9 e 41 Cost.), assurgano a beni giuridici di pari rango. Sulla scorta della disciplina positiva esaminata, valorizzando il contemperamento dei contrapposti interessi che sembra esser stato suggerito dal Legislatore, è possibile tracciare le seguenti conclusioni e prospettive de iure condendo: i danni cagionati dalla fauna selvatica all’agricoltura, lato sensu intesa, e alle attività di impresa agricola potranno essere “risarcite” sulla base delle disposizioni delle Leggi speciali (Legge quadro sulle Aree protette, L. 6 dicembre 1991 n. 394, e Legge sulla Caccia, L. 11 febbraio 1992 n. 157), secondo il paradigma della responsabilità patrimoniale ex lege e no fault, nella misura in cui il ristoro accordato dalla P.A. sia prossimo al reale nocumento patito, scomputando, al massimo, dagli effettivi danno emergente e lucro cessante unicamente i vantaggi che discendono da una celere definizione del contenzioso attraverso l’adesione al meccanismo di composizione stragiudiziale, con cui si evitano i rischi, i costi e le lungaggini di un giudizio civile. Ove la misura del ristoro accordata in via stragiudiziale sia troppo lontana dal reale pregiudizio sofferto, si dovrà optare, invece, per la tutela giurisdizionale del diritto al risarcimento esercitando l’azione di responsabilità aquiliana ex art. 2043 cod. civ. e provando la colpa della P.A. Tale requisito istruttorio, del resto, alla luce delle considerazioni svolte in ordine alla colpa per omissione degli Enti, quale emerge dagli obblighi posti dal Legislatore nazionale e comunitario, non deve intendersi una probatio diabolica. La sempre più frequente minaccia di pregiudizi, di diversa entità, cagionati dalla fauna selvatica, in considerazione delle velleità reipersecutorie dei soggetti lesi, ove il contenzioso giudiziale dovesse espandersi oltremodo, suggerisce l’opportunità di stipulare specifiche polizze di assicurazione da parte della P.A. per far fronte alle richieste di ristoro. Laddove il fenomeno dei danni di cui trattasi dovesse raggiungere dimensioni macroscopiche tali da compromettere del tutto il proficuo svolgimento delle attività primarie, potrebbe addirittura valutarsi l’ipotesi di introdurre l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dai danni causati dalla fauna selvatica, non dissimile, nella sua ratio ispiratrice, dal meccanismo dell’assicurazione obbligatoria per la R.C. Auto o per Responsabilità Civile verso Terzi derivante dall’esercizio dell’attività venatoria (art. 12, VIII comma, della Legge n. 157 del 1992).

Abstract

The results of this investigation show that in the current regulation the reasons of protection of wilds animals and promotion of the primary sector have been equally considered in mente legis (artt. 9 and 41of the Italian Constitution). Based on the law rules studied, and with the ponderated evaluation of the necessary mitigation of the opponents’ interests - as seemingly suggested by the Parliament - it is possible to draw the following conclusions and perspectives on the future law: the damages caused by wild animals to agriculture, meant in its broadest definition, and to farming activities can be “compensated” based on special laws (law No. 394 of 1991 and law No. 157 of 1992), following the paradigm of financial liability ex lege and no fault, in such a way that the compensation given by the public administration approximates the real damage suffered, subtracting, at most, from the actual “direct loss” (quantum mihi abest) and damage for future loss (quantum lucrari potui) the advantages gained by the speedy conclusion of litigation obtained by an out-of-court settlement, that avoid the risks, costs and delays of a civil trial. When the compensation agreed out-of-court is too far from the real damage suffered, it will be necessary to opt for the judicial protection of the right to compensation by exercising action of tort liability ex art. 2043 cod. civ. (Italian Civil Code) and proving the fault of the public administration. In fact, based upon the Italian and European Union laws under examination, the evidence of this fault should not be considered as a probatio diabolica. After the analysis it appears that parties in a civil proceedings which involves the Public Administration can prove guilt by omission. The ever increasing threat of damages, of varying significance, caused by wild animals, because of “reipersecutoriae” aspirations by the damaged parties, that could cause the litigation to significantly expand, suggests that the public administration should conclude specific insurances to meet compensation requests. When the effect of the aforementioned damages reaches dimensions that can undermine the successful execution of primary activities, it could even be evaluated the possibility of a mandatory insurance for liability arising from damage caused by wild animals, not unlike, in its rationale, the compulsory insurance for the liability related to car usage or the liability toward third parties arising from the practice of hunting (art. 12, paragraph VIII of law No. 157 of 1992).